26 Novembre 2025
25/11/2025 – Donne Coldiretti Mantova: presenza rosa in 4 aziende agricole su 10 del territorio

Nelle aziende agricole multifunzionali in provincia di Mantova la presenza di donne coinvolte come titolari, coadiuvanti, collaboratrici coinvolgono più di 4 aziende su 10 (il 42,7%). È quanto emerge – in occasione della Giornata internazionale contro la violenza sulle donne - da un’indagine di Coldiretti Mantova, focalizzata su quella particolare categoria di imprese agricole che hanno sposato la multifunzione nelle sue diverse declinazioni: agriturismo, enoturismo, trasformazione di prodotti agricoli, commercializzazione attraverso vendita diretta, presenza nei mercati contadini, produzione di energia rinnovabile, fattorie didattiche e sociali.

“Il dato analizzato proietta le donne come figure aziendali insostituibili nelle aziende multifunzionali, una declinazione possibile con la legge di Orientamento agricolo del 2001, fortemente voluta da Coldiretti per offrire nuove opportunità di reddito alle aziende agricole – commenta Camilla Destro, delegata provinciale delle Donne Coldiretti -. Laddove si registra la presenza di una donna in agricoltura le imprese agricole sono più votate alla diversificazione e sono strutturate per garantire una migliore redditività, grazie appunto alla multifunzionalità. In diversi casi, poi, le donne presenti in azienda sono più di una, andando così a rafforzare una presenza rosa che è un valore aggiunto anche nel settore primario”.

Due esempi nel settore zootecnico.

L’allevamento bio di capre “L’Alba”. Dopo il percorso universitario a Milano, nel 2003 Francesca Borrini decide di convertire l’azienda agricola a San Michele in Bosco dall’allevamento di bovine da latte alle capre. L’obiettivo è quello di puntare sulla multifunzione con la lavorazione del latte e la vendita diretta di formaggi, yogurt, ricotte, stracchini, tutto rigorosamente biologico.

Con una superficie coltivata di 15 ettari, un impianto fotovoltaico da 30 kw per un approccio green che rende l’azienda parzialmente autosufficiente sul piano energetico, L’Alba conta un patrimonio zootecnico di 360 capre, per una produzione di circa 300.000 litri di latte l’anno, la metà dei quali viene trasformata e venduta direttamente in azienda.

“Il papà si occupa dell’allevamento, io seguo tutta la parte legata al caseificio, alla produzione di formaggi e latticini, fino alla gestione dell’azienda e alla vendita - racconta Francesca Borrini -. Stiamo lavorando per riuscire ad arrivare a trasformare l’intera quantità di latte prodotto dalle nostre capre e raddoppiare i volumi di formaggio, dal momento che la richiesta c’è”.

L’azienda ha introdotto rilevanti innovazioni sul piano tecnologico anche nella stalla, a partire dal robot per la distribuzione automatizzata del mangime.

La stalla hi-tech a San Benedetto Po. Non si occupano solo di burocrazia le donne. È il caso di Lilian Michellini, socia dell’azienda agricola Minelli Aristide e Pincella Cesarina di San Benedetto Po, 110 ettari e 370 capi (150 in mungitura) per la produzione di latte conferito al Caseificio Razionale Novese per la produzione di Parmigiano Reggiano.

“Mi occupo dell’anagrafe bovina, di farmaco-sorveglianza e degli aspetti legati alla burocrazia, dove serve pazienza e precisione, ma ho uno spazio operativo anche in stalla – precisa Lilian Michellini -. Curo gli animali, partendo dalla vitellaia per arrivare a quelli più grandi, seguo l’alimentazione dei capi, la cura e gli aspetti di benessere animale”.

L’azienda è all’avanguardia grazie agli investimenti compiuti nel corso degli anni, dalla robotica per la mungitura ai sistemi per la distribuzione automatizzata del mangime, passando per le energie rinnovabili. Introdotta anche l’allattatrice per i vitelli ed è stata prevista l’automazione di quasi ogni singola attività in stalla (compresi una soluzione di ventilazione automatica con le sonde e un impianto di raffrescamento a zone, che si attiva solo in presenza di animali così da risparmiare acqua ed energia) per poter monitorare anche a distanza la mandria.

Non mancano i momenti di svago previsti per gli animali più giovani, così da migliorare il benessere in stalla, utilizzando delle palle alimentari traforate che contengono un’alimentazione a base di fieno lungo per stimolare il rumine. E poi ci sono delle attrezzature impiegate per stimolare la socializzazione, il movimento dei vitelli e potenziarne la struttura a livello fisico. “Che cos’hanno di più le donne che lavorano in zootecnia rispetto agli uomini? Forse una maggiore attitudine alla cura e una sensibilità più spiccata, anche se poi la capacità di collaborare in stalla è fondamentale, perché si tratta di un lavoro di squadra”, dice Lilian Michellini.

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